Segni e sintomi premonitori del tumore al seno

Segni e sintomi premonitori del tumore al seno

Il cancro al seno è uno dei tumori più comuni tra le donne in tutto il mondo e, ogni anno, viene diagnosticato a oltre 1,5 milioni di donne.

Il cancro al seno è un cancro metastatico e può comunemente trasferirsi a organi distanti come ossa, fegato, polmone e cervello, il che spiega principalmente la complessità di intervento medico. La diagnosi precoce della malattia può portare a una buona prognosi e a un alto tasso di sopravvivenza

Nel Nord America, il tasso di sopravvivenza relativa a 5 anni delle pazienti affette da cancro al seno è superiore all’80% a proprio grazie al rilevamento tempestivo di questa malattia.

Patogenesi

I tumori al seno di solito iniziano con l’iperproliferazione duttale e poi si sviluppano in tumori benigni o addirittura carcinomi metastatici dopo la costante stimolazione da parte di vari fattori cancerogeni. I microambienti tumorali come le influenze stromali o i macrofagi svolgono un ruolo vitale nell’inizio e nella progressione del cancro al seno. I macrofagi possono generare un microambiente infiammatorio mutageno, che può promuovere l’angiogenesi e consentire alle cellule tumorali di sfuggire al rigetto immunitario.

Esistono due teorie ipotetiche sull’inizio e la progressione del cancro al seno: la teoria delle cellule staminali del cancro e la teoria stocastica. La teoria delle cellule staminali del cancro suggerisce che tutti i sottotipi di tumore derivino dalle stesse cellule staminali o cellule che amplificano il transito (cellule progenitrici). 

Mutazioni genetiche ed epigenetiche acquisite nelle cellule staminali o nelle cellule progenitrici porteranno a diversi fenotipi tumorali. La teoria stocastica è che ogni sottotipo di tumore viene avviato da un singolo tipo di cellula (cellula staminale, cellula progenitrice o cellula differenziata).

Mutazioni casuali possono accumularsi gradualmente in qualsiasi cellula del seno, portando alla loro trasformazione in cellule tumorali quando si sono accumulate mutazioni adeguate.

Tumore al seno, quali esami effettuare?

La mammografia è un approccio di screening ampiamente utilizzato per individuare il cancro al seno e ha dimostrato di contribuire a ridurre efficacemente la mortalità. Negli ultimi dieci anni sono stati implementati e studiati anche altri metodi di screening, come la risonanza magnetica (MRI), che è più sensibile della mammografia.

I fattori di rischio del cancro al seno

Esistono numerosi fattori di rischio come sesso, età, estrogeni, storia familiare, mutazioni genetiche e stile di vita non sano, che possono aumentare la possibilità di sviluppare il cancro al seno. Oltre al sesso, l’invecchiamento è uno dei fattori di rischio più importanti per il cancro al seno, poiché l’incidenza del cancro al seno è fortemente correlata all’aumento dell’età. 

Nel 2016, circa il 99,3% e il 71,2% di tutti i decessi associati al cancro al seno in America sono stati segnalati in donne di età superiore rispettivamente a 40 e 60 anni. Pertanto, è necessario sottoporsi preventivamente a uno screening mammografico nelle donne di età pari o superiore a 40 anni.

 

Quasi un quarto di tutti i casi di cancro al seno è legato alla storia familiare. Le donne la cui madre o sorella hanno un cancro al seno sono predisposte a questa malattia. Uno studio di coorte su oltre 113.000 donne nel Regno Unito ha dimostrato che le donne con un parente di primo grado affetto da cancro al seno hanno un rischio 1,75 volte maggiore di sviluppare questa malattia rispetto alle donne senza parenti affetti.

Inoltre, il rischio diventa 2,5 volte o superiore nelle donne con due o più parenti di primo grado affetti da cancro al seno. 

La suscettibilità ereditaria al cancro al seno è parzialmente attribuita alle mutazioni dei geni correlati al cancro al seno come BRCA1 e BRCA2.

Fattori riproduttivi come il menarca precoce, la menopausa tardiva, l’età avanzata alla prima gravidanza e la parità (numero dei parti dopo le 20 settimane) bassa, possono aumentare il rischio di cancro al seno. Ogni ritardo di 1 anno nella menopausa aumenta il rischio di cancro al seno del 3%. Ogni ritardo di 1 anno nel menarca od ogni parto aggiuntivo diminuisce il rischio di cancro al seno rispettivamente del 5% o del 10%.

 

Gli stili di vita moderni come il consumo eccessivo di alcol e l’assunzione eccessiva di grassi nella dieta possono aumentare il rischio di cancro al seno. Il consumo di alcol può aumentare il livello degli ormoni legati agli estrogeni nel sangue e innescare le vie dei recettori degli estrogeni. Una meta-analisi basata su 53 studi epidemiologici ha indicato che un’assunzione di 35-44 grammi di alcol al giorno può aumentare il rischio di cancro al seno del 32%. 

La moderna dieta occidentale contiene molti grassi e l’assunzione eccessiva di grassi, in particolare quelli saturi, è associata a mortalità e prognosi sfavorevole nei pazienti con cancro al seno.

 

La maggior parte dei tumori al seno si verifica nelle donne, nelle quali il numero di casi è 100 volte superiore rispetto agli uomini. Sebbene il tasso di incidenza del cancro al seno aumenti anno dopo anno, il tasso di mortalità diminuisce grazie alla diffusione degli screening precoci e delle terapie mediche avanzate. Negli ultimi anni sono state sviluppate terapie biologiche che si sono rivelate benefiche per il cancro al seno. [1]

 

Fonti

[1] Sun YS et al. Risk Factors and Preventions of Breast Cancer. Int J Biol Sci. 2017;13(11):1387-1397

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