Ormoni femminili in menopausa: cosa succede?

ormoni in menopausa

Gli ormoni femminili ricoprono un ruolo fondamentale per tutto il corso della vita di una donna. Con l’arrivo della menopausa, questi si rendono protagonisti di molti cambiamenti biologici, fisici e psico-sociali. Il calo della produzione ormonale genera una peculiare sintomatologia, che delinea le condizioni più comuni in menopausa: vampate di calore, insonnia, sudorazione notturne, sbalzi umorali, difficoltà cognitive e progressiva atrofia vaginale.

Tutti sintomi e fastidi che possono comportare disagio nella quotidianità della donna, spesso impreparata ad affrontare il periodo della menopausa.

Qual è il ruolo degli ormoni femminili in menopausa?

Con “ormoni femminili” identifichiamo gli estrogeni naturali, famiglia di ormoni steroidei composta da estradiolo, estrone ed estriolo. Nonostante siano prettamente presenti nella donna, si possono rintracciare in minor quantità anche negli uomini, accanto agli ormoni tipicamente maschili (androstenedione e testosterone).

La presenza degli ormoni contribuisce a delineare i caratteri sessuali primari già dalla nascita, costituendo gli organi dell’apparato riproduttivo (le ovaie nella donna e i testicoli nell’uomo).

L’espressione estrogenica nelle donne cambia in base:

  • all’età,
  • al ciclo mestruale,
  • alla percentuale di grasso corporeo,
  • alla componente genetica,
  • alla gravidanza,
  • alla menopausa.
 

Inoltre, anche dieta e stile di vita possono contribuire all’espressione di questi ormoni.

I cambiamenti fisiologici della transizione menopausale derivano principalmente dal declino della funzione ovarica. Le variazioni ormonali segnano la progressione verso la transizione menopausale, ma possono essere molto variabili e non sempre correlati ai sintomi clinici [1]. Ad esempio, l’FSH è spesso elevato anche prima dell’inizio dell’irregolarità del ciclo mestruale, a volte anche 10 anni prima dell’inizio della transizione menopausale. Una credenza popolare errata è che la diminuzione dell’offerta di follicoli ovarici che porta alla menopausa si manifesti durante questo periodo, come una progressiva diminuzione dell’estradiolo [1]. Tuttavia, il primo evento rilevabile nella transizione menopausale, come identificato da Burger et al, è una diminuzione dell’inibina, ossia un peptide della famiglia del fattore di crescita trasformante-beta (TGF-B), prodotto dalle cellule della granulosa/luteale dell’ovaio [1].

La diminuzione del livello di estradiolo è invece una caratteristica della tarda transizione menopausale, poiché il numero di cicli anovulatori aumenta [1]. Gli aumenti di FSH e le diminuzioni di inibina B generalmente rappresentano cambiamenti precoci e sono seguiti da diminuzioni sia di estradiolo che di inibina A nell’ultima fase della transizione menopausale; tuttavia, in tutte queste review viene sottolineata una variabilità significativa. Data questa variabilità, sebbene comunemente eseguita, la valutazione dei livelli di FSH non è raccomandata come test per determinare se una paziente è in perimenopausa [1].

La tabella dei valori ormonali in menopausa

FSH

10 e 30 mUI/ml

L’attività ovarica inizia a regredire. La donna è ancora fertile, ma le
chance di gravidanza spontanea diminuiscono.

30 e i 40 mUI/ml

 

La donna è prossima alla menopausa e il corpo si prepara alla
maturità.

LH

15 e 62 mIU/ml

I livelli di LH si alzano in ritardo rispetto all’FSH fino a stabilizzarsi
intorno a questo intervallo.

 

Estradiolo

147 e 1468 pmol/l (40–400 pg/ml)

valori compresi in questo intervallo sono considerati manifestazioni di
premenopausa

<73 pmol/l (20 pg/ml)

 

 

dopo la menopausa il valore si riduce ulteriormente

Progesterone

0,15 – 0,80 ng/ml

 

con l’arrivo della menopausa anche i valori del progesterone
iniziano a scendere

Progesterone

Come cambiano gli estrogeni con l’età della donna

Dopo la pubertà, estrogeni e progesterone intervengono nella donna per promuovere lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari e gli adattamenti fisici che possono influenzare il successo riproduttivo individuale: sviluppo delle ghiandole mammarie, allargamento del bacino, comparsa di peli pubici e ascellari, statura, ossatura, modulazione della voce e distribuzione del grasso.

Che ruolo hanno gli ormoni femminili durante l’età fertile?

Durante l’età fertile, gli estrogeni hanno un ruolo fondamentale, poiché permettono la fecondazione e la gravidanza, intervenendo nella regolazione del ciclo mestruale. In questi anni, l’estrogeno predominante è l’estradiolo (E2), prodotto principalmente dalle ovaie in risposta allo stimolo degli ormoni ipofisari LH (“ormone luteinizzante”) e FSH; in piccola parte anche dalle ghiandole surrenali. La presenza estrogenica:

  • comporta la possibilità riproduttiva;
  • prepara le ghiandole mammarie all’allattamento;
  • rende l’epitelio vaginale trofico, vascolarizzato e spesso;
  • ostacola i dismetabolismi, stimolando l’aumento del colesterolo buono (HDL) a livello epatico, proteggendo i vasi sanguigni dal danno aterosclerotico;
  • rinforza le ossa, aumentandone la densità;
  • tutela le capacità cognitive (memoria, attenzione);
  • regola la libido (desiderio sessuale).

Come cambiano gli estrogeni con l’età della donna

Dopo la pubertà, estrogeni e progesterone intervengono nella donna per promuovere lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari e gli adattamenti fisici che possono influenzare il successo riproduttivo individuale: sviluppo delle ghiandole mammarie, allargamento del bacino, comparsa di peli pubici ed ascellari, statura, ossatura, modulazione della voce e distribuzione del grasso.

In età fertile

Durante l’età fertile, gli estrogeni hanno un ruolo fondamentale, poiché permettono la fecondazione e la gravidanza, intervenendo nella regolazione del ciclo mestruale.

In questi anni, l’estrogeno predominante è l’estradiolo (E2), prodotto principalmente dalle ovaie in risposta allo stimolo degli ormoni ipofisari LH (“ormone luteinizzante”) e FSH; in piccola parte anche dalle ghiandole surrenali. La presenza estrogenica:

  • comporta la possibilità riproduttiva;
  • prepara le ghiandole mammarie all’allattamento;
  • rende l’epitelio vaginale trofico, idratato e spesso;
  • ostacola i dismetabolismi;
  • stimola l’aumento del colesterolo buono (HDL) a livello epatico, proteggendo i vasi sanguigni dal danno aterosclerotico;
  • rinforza le ossa, aumentandone la densità;
  • conserva le capacità cognitive (memoria, attenzione)
  • regola la libido (desiderio sessuale).

Fonti:

[1] Delamater L, Santoro N. Management of the Perimenopause. Clin Obstet Gynecol. 2018;61(3):419-432;
[2] Medicina 360: Estrogeni: alti, bassi e valori normali. Sintomi e cause;
[3] Ormoni bioidentici: Estrogeni: estradiolo, estriolo ed estrone.

Ti è piaciuto questo articolo?

5/5 - (1 vote)

Invia commento
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Lascia un commento

Condividi su

Lascia un commento