Disturbi cronici della pelle

Disturbi cronici della pelle

La pelle ha un ruolo importantissimo nel nostro organismo, fin dalla più tenera età. Fattori esterni come il sole, l’inquinamento e il contatto con sostanze nocive possono indebolirla. Non solo, anche fattori endogeni di variazione ormonale hanno un impatto rilevante sulle caratteristiche e le capacità della pelle. In questo articolo, approfondiremo le funzioni vitali della pelle, sottolineando come queste cambino nelle diverse fasi di vita e, in particolare, con l’arrivo della menopausa.

Il processo di invecchiamento cronologico, infatti, altera diverse condizioni e pathway che la pelle sfrutta per proteggersi dai danni interni o esterni. La menopausa, nello specifico, modificando l’assetto ormonale della donna contribuisce ad accelerare il fotoinvecchiamento e a indebolire la barriera cutanea.

La pelle e le sue funzioni vitali

L’epidermide è lo strato più esterno della pelle. Non contiene vasi sanguigni e si affida esclusivamente sul derma sottostante per i nutrienti. L’epidermide è costituita principalmente da cheratinociti organizzati in un epitelio stratificato.

Lo strato corneo, quello più esterno dell’epidermide, è costituito da corneociti arricchiti di proteine incorporati in una matrice extracellulare ricca di lipidi. Lo scudo lipidico organizzato in stile “mattone e malta” fornisce una barriera impermeabile che impedisce la fuoriuscita di acqua e l’ingresso di xenobiotici attraverso la pelle. Con l’invecchiamento della persona, la proliferazione dei cheratinociti basali si riduce, con conseguente assottigliamento complessivo dell’epidermide.

Queste caratteristiche si verificano anche con il fotoinvecchiamento, anche se in misura più variabile. Si ritiene che l’appiattimento della giunzione dermo-epidermica riduca la superficie di scambio tra epidermide e derma, riduca il flusso di nutrienti e quindi potrebbe avere un ruolo nel ridurre la proliferazione dei cheratinociti.

Tuttavia, lo spessore dello strato corneo rimane inalterato con l’età avanzata e l’idratazione dello strato corneo è modestamente ridotta o invariata negli individui anziani rispetto a quelli giovani. Di conseguenza, la perdita di acqua transepidermica (una misura dell’integrità dello strato corneo) rimane inalterata con l’invecchiamento cronologico. Tuttavia, la produzione di lipidi superficiali diminuisce significativamente con l’età in alcune aree della pelle, aumentando l’incidenza della xerosi.

Anche la termoregolazione, altra funzione vitale della pelle, è influenzata dal processo di invecchiamento. Gli esseri umani dissipano il calore eccessivo principalmente attraverso la pelle tramite il trasferimento di calore all’ambiente e, in modo più efficiente, tramite la produzione di sudore (traspirazione). Il sudore è prodotto dal plasma dalle ghiandole sudoripare eccrine (le ghiandole apocrine, limitate alle ascelle e alle aree urogenitali, non sono coinvolte nella termoregolazione).

L’invecchiamento diminuisce la tolleranza al calore per questo gli anziani sono più suscettibili ai colpi di calore (che possono portare a gravi complicazioni) durante i periodi di ondate di caldo. Sia la diminuzione della funzione vascolare cutanea che la ridotta velocità di sudorazione sono coinvolte nella ridotta funzione del sudore con l’invecchiamento. Si ritiene che la ridotta funzione delle ghiandole sudoripare correlata all’età si sviluppi in sequenza dagli arti inferiori alla parte superiore del corpo e alla testa. (1)

La pelle e l’esposizione al sole

La pelle, come molti altri organi, subisce cambiamenti deleteri con il passare del tempo e le variazioni ormonali e alimentari associate. A differenza della maggior parte degli altri organi, tuttavia, anche la pelle è direttamente influenzata dall’esposizione all’ambiente, in particolare dai raggi UV del sole.

L’esposizione cronica ai raggi UV provoca il cosiddetto “fotoinvecchiamento” a cui si sovrappone l’invecchiamento causato dal passare del tempo (invecchiamento cronologico). Di conseguenza, le zone del corpo che sono frequentemente esposte al sole come viso, collo, avambracci o il dorso delle mani acquisiscono segni visibili di invecchiamento più rapidamente rispetto ad altre.

La pelle svolge due funzioni vitali. Innanzitutto, la pelle è una barriera: protegge l’intrusione fisica, chimica e batteriologica nel corpo e previene la disidratazione dovuta alla perdita di acqua per evaporazione. In secondo luogo, la pelle consente la termoregolazione attraverso la regolazione del sistema vascolare ospitato nella pelle e delle ghiandole sudoripare eccrine. Oltre a queste funzioni vitali, la pelle media il senso del tatto e svolge un ruolo nella sorveglianza immunitaria, nella produzione di ormoni e nella comunicazione sociale.

Ognuna di queste funzioni è influenzata dall’invecchiamento. In generale, le alterazioni della struttura e della funzione della pelle compaiono prima e sono più pronunciate nella pelle fotoinvecchiata che in quella cronologicamente invecchiata. Evidentemente il fotoinvecchiamento è un processo cumulativo e, come tale, è più grave negli individui più anziani.

Il passare del tempo e l’esposizione ripetuta agli aspetti dannosi dell’ambiente alterano sia il compartimento epidermico che quello dermico della pelle. La pelle clinicamente invecchiata appare sottile, secca e finemente rugosa.

La pelle fotoinvecchiata appare tipicamente coriacea, lassa, con rughe grossolane, vasi sanguigni che appaiono “rotti” (telangectasia) e pigmentazione irregolare con macchie marroni (lentiggini). Anche gli effetti dell’invecchiamento naturale e del fotoinvecchiamento sul derma sono profondi e comportano ovviamente alterazioni deleterie della matrice extracellulare. (1) 

Dermatite atopica, xerosi e prurito

Molti disturbi cronici della pelle, come la dermatite atopica (AD) e la psoriasi, sono associati a una compromissione della funzione di barriera cutanea. La barriera cutanea impedisce l’ingresso di agenti nocivi, come antigeni e microrganismi infettivi, e previene la perdita di umidità.

La funzionalità compromessa della barriera cutanea è infatti collegata a pelle secca e pruriginosa con arrossamento, desquamazione, screpolature e consistenza ruvida.

Il prurito è una caratteristica importante di molte dermatosi con funzionalità compromessa della barriera cutanea, è una sensazione che stimola il bisogno di grattarsi e può influenzare gravemente la qualità della vita (QoL) e il benessere psicosociale. L’intensità del prurito è stata associata a stress ed eventi di vita negativi e può inficiare le attività quotidiane dei pazienti.

Le dermatosi sottostanti associate alla pelle secca (xerosi) e al prurito possono differire tra le popolazioni di pazienti. Cambiamenti strutturali e fisiologici nella barriera cutanea si verificano con l’età e, se combinati con comorbidità e politerapia, portano a una maggiore incidenza di anomalie della barriera tra gli anziani.

La xerosi è la causa più comune di prurito correlato alla barriera cutanea in questa popolazione ed è stata segnalata nel 69% dei pazienti anziani con prurito cronico. Tuttavia, nei bambini e negli adulti, una delle cause più comuni di prurito è la dermatite atopica, una malattia infiammatoria cronica in cui i pazienti avvertono prurito ad alta intensità. 

Il prurito può rappresentare un pesante fardello per la qualità della vita, con un impatto profondamente negativo sulle persone colpite e sulle loro famiglie. La terapia topica è la spina dorsale del trattamento del prurito correlato alla barriera cutanea e comprende emollienti, corticosteroidi, immunomodulatori, capsaicina, anestetici locali e antistaminici. (2)

 

 

Fonti

[1] Rittié L. et al. Natural and sun-induced aging of human skin. Cold Spring Harb Perspect Med. 2015;5(1):a015370;
[2] Yosipovitch G. et al. Skin Barrier Damage and Itch: Review of Mechanisms, Topical Management and Future Directions. Acta Derm Venereol. 2019;99(13):1201-1209;

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